Cercare casa per le persone di origine straniera, che impresa!
Tra siti internet dedicati, social network, annunci privati e passaparola, orientarsi nella giungla degli affitti a Bologna è sempre più complicato. Lo sviluppo del mercato turistico e la vocazione universitaria fanno di Bologna una delle città più ricercate e, infatti, la domanda di stanze, posti letto e abitazioni continua a crescere costantemente, insieme ai prezzi degli affitti.
«Pronto!»
«Ho visto le foto della stanza, è ancora disponibile?»
«No è già stata affittata. Mi dispiace!»
Le difficoltà incontrate dalle persone di origine straniera nella ricerca della casa
Bastano poche ore dalla pubblicazione di un annuncio, a volte anche meno, perché l’immobile non sia più disponibile. Se chi chiama, poi, ha un accento straniero le cose si complicano ulteriormente. «Quanti siete in famiglia? Servono due contratti a tempo indeterminato e la fideiussione bancaria. Le faremo sapere!». È vero, le garanzie necessarie per l’accesso alla casa nella città di Bologna sono piuttosto alte, senza alcuna distinzione. Ma se sei straniero, a volte, costituiscono una problema insormontabile o vengono utilizzate da agenzie immobiliari e proprietari come strumento per creare delle vere e proprie barriere all’ingresso.
«Sono in Italia da tempo, ho un contratto a tempo indeterminato, la possibilità di versare la caparra e anche una lettera di referenza» – racconta un beneficiario del progetto – «ma nonostante questo nessuno è disponibile anche solo a farmi visitare l’appartamento». Una condizione che oramai accomuna quasi tutti i migranti che sono alla ricerca di una soluzione abitativa, nonostante possano godere di sufficienti requisiti economici.
«I proprietari» – riferiscono gli agenti immobiliari – «non sono disposti a sentirsi telefonare per dire che c’è una famiglia straniera interessata all’affitto». Il tema della morosità e della difficoltà di recuperare il credito, incrementato anche da crisi economica e pandemia, rappresenta la maggiore preoccupazione per i proprietari e, sebbene il tema abbia raggiunto in città percentuali molto alte che riguarda oramai categorie sociali diversissime tra loro, i migranti rappresentano il target maggiormente penalizzato.
Tutto questo, sommato ad altri tipi di pregiudizi sulla manutenzione della casa, sul rapporto con gli altri condomini e sulla numerosità degli ospiti, ha creato una sorta di equazione che equipara la condizione di straniero a quella di affittuario non “sicuro”.
Molti proprietari sono convinti che il cittadino di paesi terzi «non sia come un cittadino italiano, che se anche non lavora lo aiuta sua mamma, suo padre, i genitori, qualcuno. L’immigrato qua non ha nessuno e se non lavora rimane a piedi fin dal primo giorno» non potendo contare su una rete di sostegno che lo aiuti a far fronte ad eventuali difficoltà.
Nausicaa costruisce una rete a sostegno dell’inclusione abitativa
Proprio per agire in supporto dei cittadini stranieri nell’insidioso terreno del mercato degli affitti è nato Nausicaa. Un progetto che, proprio con la stessa pazienza del personaggio omerico, cerca di tessere le maglie delle relazioni sul territorio e di disfare quelle del pregiudizio e della discriminazione, per costruire la rete di sostegno all’inclusione abitativa di cui i cittadini stranieri hanno bisogno.